Il Padre Madre e il figlio ... e la figlia?
Il perdono, l'amore, gli uomini e le donne.
Gesù, Sposo,
Il Vangelo di oggi è di una bellezza quasi completa, perché è il Vangelo dell'Amore Dio, Madre e Padre, verso di noi figli ribelli e stolti.
"Figli"?
Ascoltiamoti.
"In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”»." (Lc 15,1-3.11-32)
Oggi mi sono chiesto una cosa.
Perché "il figlio"? Perché non "la figlia"?
Perché in questa parabola bellissima si parla di due figli ("Un uomo aveva due figli...") e non di due figlie ("Un uomo aveva due figlie...")
E ti chiedo perché, lo chiedo al tuo amore per me.
Gesù mio, sento e in parte conosco le risposte, esegetiche e prudenti, che mi arrivano dalla Chiesa, maestra e madre amorevole e con cui mi guidi nel tuo amore.
Ma qui non vale.
Questo è uno spazio solo nostro, qui nessuno è maestro di nessuno, qui unicamente prego con te e insieme a te perché la mia piccola vita sia sempre più affidate a te, messa nelle tue mani.
Qui non mi segue nessuno.
E allora te lo posso chiedere.
Perché sono due figli, maschi, e non due figlie, femmine? Perché non sono un figlio e una figlia?
Amore mio Gesù, non voglio e non posso sovrappormi alla tua parola, sopratutto non a quella che sta sussurrando qualcosa nel mio cuore.
Ma ti devo mettere il problema, perché tu mi risponda e mi aiuti a non fare chiasso contro il silenzio leggero delle tue parole.
So che le donne sono tue amiche, solo loro ti hanno seguito e ancora ti seguono fino in fondo, senza pretendere nulla se non di essere riconosciute, da noi uomini, come amiche tue.
Quindi libere: capaci di amore e bisognose di amore.
Ma forse dovremo iniziare a pensare che sono tue amiche preferite.
E proprio perché non hai voluto immaginare una figlia in nessuno dei due ruoli della tua parabola dell'amore.
Qui mi fermo.
Stolto come il figlio minore e cattivo come il figlio maggiore resto qui, ai margini del tuo cuore, chiedendoti ospitalità perché solo tu, Gesù mio, sei l'amore: via verità e vita.
ciao r
Gesù, Sposo,
Il Vangelo di oggi è di una bellezza quasi completa, perché è il Vangelo dell'Amore Dio, Madre e Padre, verso di noi figli ribelli e stolti.
"Figli"?
Ascoltiamoti.
"In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”»." (Lc 15,1-3.11-32)
Oggi mi sono chiesto una cosa.
Perché "il figlio"? Perché non "la figlia"?
Perché in questa parabola bellissima si parla di due figli ("Un uomo aveva due figli...") e non di due figlie ("Un uomo aveva due figlie...")
E ti chiedo perché, lo chiedo al tuo amore per me.
Gesù mio, sento e in parte conosco le risposte, esegetiche e prudenti, che mi arrivano dalla Chiesa, maestra e madre amorevole e con cui mi guidi nel tuo amore.
Ma qui non vale.
Questo è uno spazio solo nostro, qui nessuno è maestro di nessuno, qui unicamente prego con te e insieme a te perché la mia piccola vita sia sempre più affidate a te, messa nelle tue mani.
Qui non mi segue nessuno.
E allora te lo posso chiedere.
Perché sono due figli, maschi, e non due figlie, femmine? Perché non sono un figlio e una figlia?
Amore mio Gesù, non voglio e non posso sovrappormi alla tua parola, sopratutto non a quella che sta sussurrando qualcosa nel mio cuore.
Ma ti devo mettere il problema, perché tu mi risponda e mi aiuti a non fare chiasso contro il silenzio leggero delle tue parole.
So che le donne sono tue amiche, solo loro ti hanno seguito e ancora ti seguono fino in fondo, senza pretendere nulla se non di essere riconosciute, da noi uomini, come amiche tue.
Quindi libere: capaci di amore e bisognose di amore.
Ma forse dovremo iniziare a pensare che sono tue amiche preferite.
E proprio perché non hai voluto immaginare una figlia in nessuno dei due ruoli della tua parabola dell'amore.
Qui mi fermo.
Stolto come il figlio minore e cattivo come il figlio maggiore resto qui, ai margini del tuo cuore, chiedendoti ospitalità perché solo tu, Gesù mio, sei l'amore: via verità e vita.
ciao r
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