Nella nascita alla vita di un cardinale gesuita.
Nella morte (e nella vita, finalmente!) di un cristiano amato da cristiani e non cristiani.
Gesù mio, Sposo, ti sei preso, infine Carlo Maria Martini.
Gli hai chiesto un poco di sofferenza in più, ma c'è tanta gente che soffre e tu vuoi che i tuoi amici testimonino del tuo amore accettando anche per se stessi la sofferenza che molti altri subiscono, senza avere il tuo amore così vicino.
Ho conosciuto tardi il tuo cardinale gesuita, il tuo "compagno" diventato "principe", contro la sua volontà. E la cosa che mi ha colpito è stato leggere che lui, da ragazzo, capisce che se tu sei vivo e vero allora l'unica cosa da fare è dedicarti tutta la vita.
Tu, Gesù Re, sei la vita e la verità vivente, e sei anche l'unica strada per arrivare a essere la vita e verità che sono il "deposito di Dio": questo bel mondo in cui viviamo e la nostra vita meravigliosa.
Lo sento come un rimprovero. Un giusto rimprovero, perché Carlo Maria Martini a 17 anni ti dedica la vita e si lascia formare da te come tu vuoi. Le mie viltà non mi hanno permesso di farlo e cerco di testimoniare adesso quella strada d'amore che non ho percorso.
Così ti prego, adesso.
Non per il tuo gesuita cardinale, questo ossimoro d'amore che tu ti sei divertito a consentire ed a permettere. Per lui non ti prego perché il tuo amore l'ha già consegnato alla durezza amante della giustizia di Dio che l'ha trovato colpevole d'amore e l'ha messo nel suo seno, a servire ancora i tuoi bisogni di Re che sta sconfiggendo ad uno ad uno i suoi nemici.
Ti prego per tutti i tuoi sacerdoti che si sentono i difficoltà e non hanno la finezza intellettuale di Martini che vede nelle difficoltà lo stimolo principale alla crescita della loro fede; ti prego perchè questi sacerdoti capiscano che tu li ami e che, quindi, non hanno niente da temere né da se stessi né dal mondo. Perché hanno Dio dalla loro parte.
Ti prego per tutti questi intellettuali e giornalisti, maschi e non credenti (o credenti di non essere credenti in te, mio bel Re), i quali adesso si stanno esercitando a scrivere quanto era bravo il cardinale Martini e quanto è cattivo, invece ... (l'obiettivo polemico è sempre poco rivelato, ma è sempre la tua Parola); ti prego perché sentano la tua mano nel loro imbarazzo a parlare di un prete gesuita, vergine, casto, intriso di te, ingenuo sul potere eppure, proprio per questo, molto più potente dei potenti. Ti prego perché la tua mano li converta alla umiltà di chi serve senza essere servito.
Ti prego per noi lavoratori dell'undicesima ora, perchè sappiamo accettare di essere pagati con la stessa moneta con cui viene pagato Carlo Maria Martini, che ha lavorato la vigna di tuo e nostro Padre dalla prima ora e s'è preso tutto il sole e tutto il caldo della giornata. Ti prego perché sappiamo accettare i doni di Dio e te, il suo Dono unico e amato, con gioia e obbedienza. Senza chiedere più niente per noi e dando tutto quel che abbiamo.
Ti prego per tutti quei bambini che nel mondo di oggi perdono i riferimenti all'amore dei genitori, perché sono strappati a loro dalla crudeltà di una società che bada molto ai soldi dei ricchi ed assai poco ai bisogni dei poveri, e sopratutto a quei bisogni di amore e di preghiera che Carlo Maria Martini ha saputo illustrare e far vedere nei suoi libri e nella sua vita.
E ti ringrazio per questo sacerdote gesuita che ci hai dato e che non ci hai tolto quando lo hai fatto diventare Arcivescovo e cardinale. Esempio di questi tuoi servitori umili e attenti, obbedienti e fedeli alla tua Parola ed a te, Re e Sposo.
Come il nostro Papa Benedetto XVI che apre a noi e "alla comunità ecclesiale i tesori della Sacra Scrittura" per consentirti di prendere in mano tua, e sempre di più, la vita di ciascuno di noi.
Per tutto questo, guidato dal tuo cuore, ti prego Gesù, mio Re.
Ciao r
Gesù mio, Sposo, ti sei preso, infine Carlo Maria Martini.
Gli hai chiesto un poco di sofferenza in più, ma c'è tanta gente che soffre e tu vuoi che i tuoi amici testimonino del tuo amore accettando anche per se stessi la sofferenza che molti altri subiscono, senza avere il tuo amore così vicino.
Ho conosciuto tardi il tuo cardinale gesuita, il tuo "compagno" diventato "principe", contro la sua volontà. E la cosa che mi ha colpito è stato leggere che lui, da ragazzo, capisce che se tu sei vivo e vero allora l'unica cosa da fare è dedicarti tutta la vita.
Tu, Gesù Re, sei la vita e la verità vivente, e sei anche l'unica strada per arrivare a essere la vita e verità che sono il "deposito di Dio": questo bel mondo in cui viviamo e la nostra vita meravigliosa.
Lo sento come un rimprovero. Un giusto rimprovero, perché Carlo Maria Martini a 17 anni ti dedica la vita e si lascia formare da te come tu vuoi. Le mie viltà non mi hanno permesso di farlo e cerco di testimoniare adesso quella strada d'amore che non ho percorso.
Così ti prego, adesso.
Non per il tuo gesuita cardinale, questo ossimoro d'amore che tu ti sei divertito a consentire ed a permettere. Per lui non ti prego perché il tuo amore l'ha già consegnato alla durezza amante della giustizia di Dio che l'ha trovato colpevole d'amore e l'ha messo nel suo seno, a servire ancora i tuoi bisogni di Re che sta sconfiggendo ad uno ad uno i suoi nemici.
Ti prego per tutti i tuoi sacerdoti che si sentono i difficoltà e non hanno la finezza intellettuale di Martini che vede nelle difficoltà lo stimolo principale alla crescita della loro fede; ti prego perchè questi sacerdoti capiscano che tu li ami e che, quindi, non hanno niente da temere né da se stessi né dal mondo. Perché hanno Dio dalla loro parte.
Ti prego per tutti questi intellettuali e giornalisti, maschi e non credenti (o credenti di non essere credenti in te, mio bel Re), i quali adesso si stanno esercitando a scrivere quanto era bravo il cardinale Martini e quanto è cattivo, invece ... (l'obiettivo polemico è sempre poco rivelato, ma è sempre la tua Parola); ti prego perché sentano la tua mano nel loro imbarazzo a parlare di un prete gesuita, vergine, casto, intriso di te, ingenuo sul potere eppure, proprio per questo, molto più potente dei potenti. Ti prego perché la tua mano li converta alla umiltà di chi serve senza essere servito.
Ti prego per noi lavoratori dell'undicesima ora, perchè sappiamo accettare di essere pagati con la stessa moneta con cui viene pagato Carlo Maria Martini, che ha lavorato la vigna di tuo e nostro Padre dalla prima ora e s'è preso tutto il sole e tutto il caldo della giornata. Ti prego perché sappiamo accettare i doni di Dio e te, il suo Dono unico e amato, con gioia e obbedienza. Senza chiedere più niente per noi e dando tutto quel che abbiamo.
Ti prego per tutti quei bambini che nel mondo di oggi perdono i riferimenti all'amore dei genitori, perché sono strappati a loro dalla crudeltà di una società che bada molto ai soldi dei ricchi ed assai poco ai bisogni dei poveri, e sopratutto a quei bisogni di amore e di preghiera che Carlo Maria Martini ha saputo illustrare e far vedere nei suoi libri e nella sua vita.
E ti ringrazio per questo sacerdote gesuita che ci hai dato e che non ci hai tolto quando lo hai fatto diventare Arcivescovo e cardinale. Esempio di questi tuoi servitori umili e attenti, obbedienti e fedeli alla tua Parola ed a te, Re e Sposo.
Come il nostro Papa Benedetto XVI che apre a noi e "alla comunità ecclesiale i tesori della Sacra Scrittura" per consentirti di prendere in mano tua, e sempre di più, la vita di ciascuno di noi.
Per tutto questo, guidato dal tuo cuore, ti prego Gesù, mio Re.
Ciao r
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