20 luglio 2011, mercoledì della XVI settimana del tempo ordinario

"Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti»."  (Mt 13,1-9)









«Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde ...».


Dove cade il tuo seme, mio Re?
In quali grembi entra la tua Parola, per fecondarli?
Dov'è quel terreno così fertile e docile da ridare il cento per uno?
Mio Re, sono cattivo e non so vedere le dolci colline ed i tiepidi piani, grassi di acqua e di vite, dove il tuo seme entra per trovare una quieta morte e donare altra vita.
Mio Sposo, non riesco a vedere i campi inondati d'oro che fanno pensare, così e subito, al tuo viso ed ai tuoi occhi accesi dall'oro dell'ubbidienza amorevole a Dio Padre Madre.
Ma tu sì.
Tu lo sai dove sono i campi migliori, dove i grembi più accoglienti.
E te li lavori pure.
Li ari, li spezzi, levi le pietre, le erbacce, li riempi di fertilizzante, li popoli di vite.
Spesso a noi sembrano disgrazie, ma ci sei tu che trasformi la nostra pietraia in fertile libertà d'amore. In grembi capaci di fare figlie e figli al tuo amore.
Ecco dove cade il tuo seme.
Dove può morire liberamente per fare frutti d'amore, inondati di felicità


ciao
r

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