19 luglio 2011, martedì della XVI settimana del tempo ordinario
"In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli.
Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti».
Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».
Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre»." (Mt 12,46-50)
«Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».
Sì, Signore Gesù.
Tu desideri appassionatamente essere riconosciuto vivente nell'umanità sofferente e nell'umanità felice che abita il mondo e la vita. Molto meno, o meglio in un modo così diverso che noi non l'abbiamo capito bene, ti interessa essere riconosciuto come Dio, Intimità Amante di Dio e Parola creatrice di Dio.
Perché la tua Gloria, quella eterna e che s'inchina a te nell'eterno, mio Dio, è di essere stato appeso ad una croce d'Amore per ciascuna e ciascuno di noi.
Anche per questa donna in coma in un ospedale italiano perché ha fatto un figlio, pare; questa donna che qualche umano, responsabile di una società alla ricerca di profitto, ha licenziato perché la condizione di questa tua sorella e madre è poco produttiva. È in coma.
Tu non vuoi essere riconosciuto in una chiesa la domenica, tu vuoi essere riconosciuto in una donna che è in coma e soffre e per questa ragione non può essere licenziata.
Tu, mio Re e Sposo, rivendichi davanti a noi la tua umanità e ci dici che la tua divinità la troviamo solo nella tua umanità sofferente, ferita, e nella tua umanità felice e piena di vita.
Gesù mio, facci essere fratelli, sorelle e madri e amanti tuoi, in ciascuna e ciascuno di noi, che noi incontriamo e che ha bisogno di noi.
Per un istante o per tutta la vita.
Se ci doniamo in questo modo all'umano accanto a noi, solo così e solo allora abbiamo in dono gratuito te.
Il Dio Potente, l'Unico, il Santo.
ciao
r
Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti».
Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».
Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre»." (Mt 12,46-50)
«Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».
Sì, Signore Gesù.
Tu desideri appassionatamente essere riconosciuto vivente nell'umanità sofferente e nell'umanità felice che abita il mondo e la vita. Molto meno, o meglio in un modo così diverso che noi non l'abbiamo capito bene, ti interessa essere riconosciuto come Dio, Intimità Amante di Dio e Parola creatrice di Dio.
Perché la tua Gloria, quella eterna e che s'inchina a te nell'eterno, mio Dio, è di essere stato appeso ad una croce d'Amore per ciascuna e ciascuno di noi.
Anche per questa donna in coma in un ospedale italiano perché ha fatto un figlio, pare; questa donna che qualche umano, responsabile di una società alla ricerca di profitto, ha licenziato perché la condizione di questa tua sorella e madre è poco produttiva. È in coma.
Tu non vuoi essere riconosciuto in una chiesa la domenica, tu vuoi essere riconosciuto in una donna che è in coma e soffre e per questa ragione non può essere licenziata.
Tu, mio Re e Sposo, rivendichi davanti a noi la tua umanità e ci dici che la tua divinità la troviamo solo nella tua umanità sofferente, ferita, e nella tua umanità felice e piena di vita.
Gesù mio, facci essere fratelli, sorelle e madri e amanti tuoi, in ciascuna e ciascuno di noi, che noi incontriamo e che ha bisogno di noi.
Per un istante o per tutta la vita.
Se ci doniamo in questo modo all'umano accanto a noi, solo così e solo allora abbiamo in dono gratuito te.
Il Dio Potente, l'Unico, il Santo.
ciao
r
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