14 febbraio 2011, lunedì della 6° settimana del tempo ordinario (anno dispari)

"In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”»." (Lc 4,18)












«Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”»


È molto semplice mio Re.
Dobbiamo andare, farci accogliere, mangiare quello che hanno, vivere la vita che vivono, guarire i malati, annunziare che il Regno di Dio è vicino a loro.
Tutto molto semplice, mio Re.

Quattro donne vanno, per la loro città, a vivere le loro vite; quattro donne che accolgono sempre, qualcuno e qualcosa.

Come facciamo a dire a loro che il Regno del Santo è vicino, come facciamo a guarire i loro malati e le loro malattie, restando uguali a loro e mangiando come loro, come facciamo?
Come ci è possibile essere uomini e donne come tutte e tutti, ma con te negli occhi, nelle mani e nel cuore?
Con te così presente che riusciamo a guarire i malati e neppure lo sappiamo?
Come riusciamo ad essere il tuo Regno?

Camminando la tua strada, vive e vivi, nella nostra città.

ciao
r

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