21-23 gennaio 2011: dal pozzo di Sichar e dall'unità dei cristiani

"Ma il Signore dispose che un grosso pesce inghiottisse Giona; Giona restò nel ventre del pesce tre giorni e tre notti. Dal ventre del pesce Giona pregò il Signore, suo Dio, e disse:
«Nella mia angoscia ho invocato il Signore
ed egli mi ha risposto;
dal profondo degli inferi ho gridato
e tu hai ascoltato la mia voce.
Mi hai gettato nell'abisso, nel cuore del mare,
e le correnti mi hanno circondato;
tutti i tuoi flutti e le tue onde
sopra di me sono passati.
Io dicevo: «Sono scacciato
lontano dai tuoi occhi;
eppure tornerò a guardare il tuo santo tempio».
Le acque mi hanno sommerso fino alla gola,
l'abisso mi ha avvolto,
l'alga si è avvinta al mio capo.
Sono sceso alle radici dei monti,
la terra ha chiuso le sue spranghe
dietro a me per sempre.
Ma tu hai fatto risalire dalla fossa la mia vita,
Signore, mio Dio.
Quando in me sentivo venir meno la vita,
ho ricordato il Signore.
La mia preghiera è giunta fino a te,
fino al tuo santo tempio.
Quelli che servono idoli falsi
abbandonano il loro amore.
Ma io con voce di lode
offrirò a te un sacrificio
e adempirò il voto che ho fatto;
la salvezza viene dal Signore»." (Giona 2, 1-10)













«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. 
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: «Vado e tornerò da voi». Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. (Gv.14, 23-29.15, 1-14)












Andare tra sorelle e fratelli ad imparare l'amore.
Questa cosa che Gesù ci ha chiesto di fare e non come se ci desse un ordine, bensì come se ci rivolgesse una preghiera, una richiesta all'amica, all'amico.






«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui».






Imparare che quella che chiamiamo "unità dei cristiani" è qualcosa che si realizza nell'amore e nella conoscenza reciproca, nell'attesa della luce, nella speranza della luce.
Perché Dio è fedele e chiunque si affida a Lui salva il suo amore nell'Amore eterno che non viene mai meno, ma che sempre ci aspetta e ci attende. Dovunque, anche nelle radici dei monti, anche dove la terra ha sprangato le sue porte dietro a me e mi ha chiuso lontano dal Signore. 
Lontano dal Signore? 
Anche nel profondo del mio buio il Signore è lì, e mi attende per darmi la mano e portarmi alla sua luce. Per amarmi come io amo, così che la mia gioia sia piena insieme al Signore ed insieme a voi. A tutti voi, sorelle e fratelli con abilità e sofferenze diverse dalle mie. Sorelle e fratelli che sto imparando ad amare, perché è nel vostro amore che Dio, il Santo, abita.













«Io sono la vite vera e il Padre mio è l'agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. 
Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi.Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando». (Gv.15, 1-14)



«Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi.»


Imparare che non s'impara ad amare, ma si impara a seguire il nostro "bel Pastore", il nostro "bel Maestro", il Re che ci conosce per nome: una ad una, uno ad uno. Che ci guida per i sentieri sicuro e per i pascoli più erbosi, che non ci fa mai mancare l'acqua e la cura di noi. Sapere che è vero, anche se ti immergi sempre di più nel dolore, o non hai più mani per bere un biccher d'acqua, se non hai più piedi per reggerti in piedi, se non hai più voce per pronunciare parole. Sapere nella tua vita che devi ringraziare Dio per tutto l'amore che ti sta dando.
Sapere che ringraziandolo lo fai ringraziare anche da chi ha mani, piedi, voci e parole, e non sa usarle per benedire Dio, il Santo, e per amare le sorelle ed i fratelli che ti amano ed hanno bisogno, come te, di amore.




Imparare da Gesù che siamo la terra che lui ha seminato e da cui vuol veder nascere buoni frutti; imparare dal nostro amico, agricoltore folle e tenerissimo, che non importa dove cade il seme, perché se gettato con amore cade sempre da qualche parte dove darà frutto, e molto frutto.



«Ti consiglio di comperare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco, e abiti bianchi per vestirti e perché non appaia la tua vergognosa nudità, e collirio per ungerti gli occhi e recuperare la vista. Io, tutti quelli che amo, li rimprovero e li educo. Sii dunque zelante e convèrtiti. Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me. Il vincitore lo farò sedere con me, sul mio trono, come anche io ho vinto e siedo con il Padre mio sul suo trono. Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese» (Ap.3, 18-22)



Imparare da Gesù che lui è paziente e ci aspetta per cenare insieme, tutti insieme, alla sua tavola, alla tavola dell'Amore Grande, tenendoci insieme, vicine e vicini, in amicizia, in amore. In ascolto reciproco, in aiuto reciproco. 
A fare insieme a Gesù il Paradiso: il Regno di Dio insieme a Dio, il Santo.







"«Io, Gesù, ho mandato il mio angelo per testimoniare a voi queste cose riguardo alle Chiese. Io sono la radice e la stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino».
Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni!». E chi ascolta, ripeta: «Vieni!». Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda gratuitamente l'acqua della vita.
(...)
Colui che attesta queste cose dice: «Sì, vengo presto!». Amen. Vieni, Signore Gesù."














Aspettare tutti insieme di entrare nella tua Luce.
Amen amen: vieni, Signore, vieni. 
Vieni, Signore Gesù, vieni: amen amen.






«Sì, vengo presto!»






ciao
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