Il tuo amore in noi
Ma quando finisce il tuo ricamo d'amore sulle nostre vite, Gesù? Tu sei il lavoro d'amore di Dio Padre Madre nelle nostre esistenze di carne e sangue, lavoro fatto attraverso il dono di parola e vita amante di carne e sangue che sei tu, nella tua bella notizia, Gesù. Questa è una domanda importante, ma mi sembra pure una domanda pericolosa, perché chiede quand'è che il tuo lavoro d'amore si fa e si completa, in noi. Come, sopratutto, noi riconosciamo che si completa e agisce dentro le nostre vite questo tuo amore che vince. Qui mi sembra che serve solo la fede, la fiducia in te e in Dio amore, la fiducia dei bambini, che tu dici esemplare per chiunque voglia il regno di Dio. Su questo spesso siamo in grande debolezza, perché questa fede ci manca e così non vogliamo vedere, non riusciamo a scorgere i rami del fico che si inteneriscono e si fanno morbidi, preparandosi a far nascere i frutti, a rendere possibili dolcezze e nutrimenti dell'amore che vive e vince.
Il senso profondo del tuo amore chiede fiducia e tenerezza, chiede di abbandonarci alla scelta di chi si trova ad essere amata, amato nel darsi, semplicemente e totalmente, alla fiducia nell'agire di chi ama e che fa possibile l'abbandono fiducioso, felice, all'amore in cui e di cui viviamo.
Questo è ciò che fai tu, Gesù, ciò per cui ti chiamano "matto", ciò per cui dicono di te che sei posseduto dai satana, privo d'amore e libertà.
La tua vita, Gesù, è testimonianza, irresistibile e vincente, dell'amore Dio che ci vive e ci libera, regalando le nostre esistenza a quell'amore Dio che è dono e bellezza in ogni nostro giorno.
"Entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé». Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni». Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».
Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».".
Ci sono due passaggi importanti, Gesù, in questo episodio del vangelo di Marco.
Il primo è che dicono di te che sei uno "fuori di sé", cioè sei "matto", privo di discernimento, dell'abilità di decidere di te stesso e dei tuoi comportamenti. Lo dicono i tuoi familiari, ed è un modo per proteggerti dall'attacco degli "scribi venuti da Gerusalemme", personaggi importanti, conoscitori della Scrittura, la Legge e l'Insegnamento di Dio, a cui dedicano la vita. Loro non ti capiscono, sei imprevedibile, hai troppo successo, non è possibile fermarti. Così diventi un tipo posseduto dai satana, dai demoni di male che invadono le nostre vite e rendono difficile l'amore che cerchiamo di fare.
Il secondo passaggio è alla fine dell'episodio, dove dichiari che ti è parente e familiare solo «chi fa la volontà di Dio», e ti segue nell'amore che proponi e diffondi intorno a te, insieme a te e alla tua parola.
Questi due momenti sono messi insieme e legati in modo stretto dall'avviso che dai sul peccato, su ciò che per noi è male, e sopratutto su quel male che mette nel rischio di scegliere il male per cui non c'è perdono. Perché invece e sopratutto dobbiamo capire e vivere a partire dalla certezza che «tutto sarà perdonato». Salvo la mancanza d'amore, di ascolto e accoglienza all'amore.
«In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna».
Trovo questo tuo passaggio fondamentale, Gesù, ma non so spiegarlo. Non ho le forze per capirlo e spiegarlo. Così provo ad affidarmi a te, cerco di accoglierti con fiducia, come un bimbo che si abbandona all'abbraccio, al gioco, al conforto, all'istruzione di chi lo ama. E lo fa con felicità.
"Sono quieto e sereno; come un bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è in me l’anima mia."
Il salmo 131 descrive bene l'atteggiamento che tu offri e chiedi. La fiducia nel tuo amore, che si dona a noi - a me!, Gesù, proprio a me - totalmente e senza riserve, per metterci nella condizione e capacità, nella scelta di fare altrettanto. Di farci amore come te. Ecco, l'amore è contagioso, si fa vita e forza della vita, di ogni vita che incontriamo e a cui doniamo l'amore che Dio ci dona, con te e attraverso te. Quindi ogni amore che viviamo è accoglienza e perdono,
Questo è il solo legame che dobbiamo proporre come valido, tra noi umani. Non più tutti gli altri legami, da quelli del sangue, a quelli di cultura, dominio, forza, interesse, passione. Solo l'amore; solo l'amore gratuito vive e vince.
"Come un bambino svezzato in braccio a sua madre", così vivo, cerco di vivere il tuo amore, la tua parola e carne e sangue spezzata per me e noi, accogliendo ogni bellezza, ogni tenerezza, ogni gioia, ogni difficoltà e dolore che la vita, e la potenza innamorata di Dio amore ci presentano e invitano ad accogliere e vivere.
Con fiducia semplice e tranquilla speranza.
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