Gesù è risorto!

Cristo è davvero risorto!



Difficile far capire, immediatamente, che cosa significa questo saluto cristiano, questo interpellarsi nella gioia tra chi segue Gesù di Nazareth e una volta all'anno si saluta ricordandosi a vicenda che Gesù di Nazareth, profeta potente in parole e opere, appena messo a morte, e alla morte infamante di Croce, che questo Gesù, che il "mio" amico Gesù è risorto dalla morte.
Sembra un simbolo, e lo è, anche.
Ma se è solo un simbolo non è importante, non conta. 

Conta solo se è vero.
 

 
Il fatto decisivo è soltanto se è vero, cioè, che quel Gesù di Nazareth, il Messia sconfitto, umiliato e appeso al legno, è risorto dalla morte, nel suo  corpo vero, il corpo di gloria, e che è risorto portandonsi dietro le cicatrici delle ferite che gli abbiamo inferto.
Perché lo abbiamo ferito e poi ci siamo rivolti a lui come unica salvezza.



Perché se Gesù è risorto allora anche io risorgo, anche tutti noi che guardiamo a lui in croce, e lo portiamo dentro le nostre vite, anche noi risorgeremo. 
Risorgeremo nei nostri veri corpi di gloria, corpi che avranno le cicatrici delle ferite che ci siamo inferte e che la vita, il caso o D** stesso, ci hanno donate.

Allora, ascoltiamo questo annuncio, raccontato nei due vangeli della Pasqua di Risurrezione di nostro Signore Gesù, il Cristo di D**; il due vangeli che vengono letti oggi.



Mt 28,1-10
"Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba.
Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte.
L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto».
Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli.
Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».".



Gv 20,1-9
"Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti".




Che cosa succede? Che cosa è questa "Bella Notizia"?
Succedono due cose e viene dato un annuncio.





 


Le due cose che succedono sono piuttosto semplici.
La prima è raccontata meglio da Giovanni: la tomba di Gesù è vuota. Non c'è il corpo di Gesù e la posizione dei teli è così particolare da indurre perplessità in Pietro e una fede "oscura" su Gesù risorto nell'altro discepolo.
Ma anche Matteo racconta la perplessità e lo stupore delle donne davanti alla tomba vuota. Anche se è condito di angeli e terremoti, lo stupore e la paura delle donne sono molto ben indicati.

La seconda cosa che "succede" è che i discepoli e gli amici e le amiche di Gesù non si aspettano più niente. Infatti sono solo le donne, il primo giorno della settimana, quello dopo il sabato, ad andare al sepolcro per piangere, per ornare la tomba del loro amico di pianti, di ricordi, di memorie.

Ma lui non c'è. Non lo trovano. Non possono neanche piangere.

Attorno a un sepolcro vuoto che cosa si può costruire? Che specie e tipo di memoria, di consolazione e tradizione, si possono fare attorno a una tomba vuota?



Ma da queste due sono le due cose "oggettive" che si possono scrivere sulla tua Risurrezione, Gesù, parte il tuo annuncio, parte la tua "bella notizia", quella più vera e che ci consola tutte.
Sei risorto e ci aspetti da qualche parte della nostra vita per farti vedere e stare con noi, dividere le nostre vite.
Niente più - nessuna forza umana e nessuna forza oltreumana o subumana, se esistono - ci possono di impedire di vivere l'amore in te e nel trionfo del tuo amore.
Perché tu hai già vinto.
Questa è la parte importante del tuo annuncio, la bellezza travolgente della tua notizia. Il male e la morte sono già stati sconfitti in te e da te. Tu sei il Risorto e nessun demone, nessun umano, nessuna forza possono più nulla su di te.

Soltanto l'amore.
Tu sei Vivente: "alla destra" della Potenza, nel "Cuore" pulsante dell'Infinito Amore. Tu sei Signore e D** nella sua manifestazione incarnata.
Verbo, Parola, Logos, di D** sua Rivelazione e sua Incarnazione.
Tu sei l'amore che vince.
 

 
Gesù, sentiamo entrambi le voci dei sofferenti e degli sconfitti e umiliati.
Le voci di chi è gasato da qualcuno e bombardato da qualcun altro e sparato da qualcun altro ancora nella tragedia della Siria, tragedia con nomi e cognomi di responsabilità umane, nomi che tu conosci di cui sei memoria.
Le voci di chi è sparato da qualcuno in Afganistan e poi è bombardato in modo diabolico - stupido, inutile e malvagio - da qualcun altro. E tu sei memoria degli uni e degli altri e accogli il trionfo di chi arriva a te sconfitto e umiliato da questi opposti diavoli idioti.
Le voci di chi è massacrata dalle menzogne con cui noi maschi umani nascondiamo i nostri feroci bisogni d'amore e ci trasformiamo in ingannevoli fonti d'amore. Ma siamo fonti avvelenate, che presto diventano paludi infette, luoghi da cui nasce solo morte, e specialmente la violenza della morte verso quella parte del genere umano a cui è delegata - per natura biogenetica e per tua volontà, Gesù - la vita.
Le voci di chi è afflitta, afflitto, da qualche "lebbra incomprensibile, e che ci fa paura e ci spaventa. 
Che si chiami SLA, Cancro, Aids, Ebola, Povertà, Miseria, Pazzia, Homeless o qualsiasi altro nome gli diamo, sono la morte, l'impotenza, il dolore che stanno attorno a noi, in noi, e che ci fanno paura, ci spaventano fino nel profondo.

Ecco, Gesù, tu sei Risorto e hai vinto per loro.
Cioè per noi quando siamo in qualcuna di quelle condizioni e quando impegniamo la
nostra vita a consolare e curare qualcuna di quelle condizioni.


Tu sei Risorto perché così rendi possibile e vero quello che è possibile e vero oggi, perché sei effettivamente risorto.



La vittoria dell'amore, dell'amare vivente nelle sue forme più umili e quotidiane, normali, gratuite, quelle forme che - sole! - salvano il mondo.
Il mondo salvato ogni giorno e ogni ora, dall'amore di ogni giorno e ogni ora.
E salvando anche le ferite e i danni, anche sapendo abbracciare questa particolare e precisa croce che ci accompagna, che ci fa soffrire, e la cui memoria è già parte di D** e del suo amore - attraverso di te, Gesù di Nazareth, Cuore di D** e suo Figlio.
Amore santo risorto.
Vita e amore. 
Vivente.


 ciao r     

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