8 agosto 2011, san Domenico

"In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati.
Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?». Rispose: «Sì». 
Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?». Rispose: «Dagli estranei». 
E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te»."  (Mt 17,22-27) 














"E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te»."  




Mio Re.
I figli sono liberi, ce lo dici con nettezza. Allo stesso modo ci dici anche che non bisogna scandalizzare. 
Con altrettanta chiarezza ci ricordi che sono beati coloro che non si scandalizzano di te.
Gesù mio, lo so che la tua Chiesa, su cui le forze della violenza e dell'odio non prevarranno mai, è una parte del mondo nel mentre che è una parte di Dio perché è il tuo Corpo santo.
So quindi che devo avere pazienza e nella pazienza amare sopratutto tutti quelli che per me è più difficile amare.
Ma Gesù, mio Re, devo protestare per i tanti (troppi!?) tuoi servi che vedono quel ruolo di servizio come un comando, o peggio come una sinecura, e pretendono pagamenti per il tempio e per l'altare, come se i figli dovessero pagare.
Spesso anche come se non ci fossero figli, se non loro.
Aiutaci, Signore, a fargli capire la forza del tuo amore. 
Quella forza allegra e gioiosa per cui serve comunque un lavoro per avere gratis il tuo dono. 
Serve comunque obbedienza alla tua ironia affettuosa per avere in cambio quella libertà che è già nostra perché siamo figlie e figli e non dobbiamo pagare.
Aiutaci ad avere quella libertà che possa far ricordare a voce alta e chiara che il tempio e l'altare non hanno bisogno di tasse e non possono riscuotere tasse dalle figlie e dai figli di cui sono al servizio; perché l'unico tempio e l'unico altare che Dio ama, in Spirito e Verità, è la vita ed il corpo di ciascuna e ciascuno di noi su cui nessuno può pretendere tasse o profitti.
Aiutaci ad essere libere e liberi per essere, così, il dito di Dio nel mondo.


ciao
r

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