Settanta. Preghiera in forma di canzone


Settanta (Cagliari, notte tra il 18 e il 19 Gennaio 2020)


Sentire il gusto dei tempi di corsa negli spazi
lenti, che ora sfoglio con fatica, confusi dagli svelti lampi
del mio arcangelo che suona acri e dolci sinfonie
nelle mie linee di gronda affollate di rondini.
Sapere il gusto di sapermi animale, incarnato in
pecora, capra, vacca, asina, toro,agnello,
maschio, entro l’anno, senza difetti, innocente
di ogni lavoro, di ogni frutto, di ogni vita di maschio,
pronto a morire e farsi cibo per il bene umano,
per il bene della vita del branco.

Giocare alla vita con te,fino alla fine, senza timore
né di vivere né di morire e sentire
l’affilato sapore di starci che mi taglia il cuore,
senza più paura di perdere e di andare,
di abbandonarmi a quel sole che scalda il sangue
e sempre,
(per te e con te, Amico mio)
mi fa vita che morde, selvaggia, come tante delle tue angele
lì dove, anche per loro, il sesso accade, duro
e solido vento leggero che
ci rende dolci, aperte, doppie.

Aspettare, ironico e commosso, gli altri settanta
e l’attesa della casa dove mi vuoi,
ora, con te.

Così ricca di vite che


ciao r




Commenti

Post popolari in questo blog

AVVISO importante ALLE LETTRICI E AI LETTORI

Guadagnare

Adesso è il tempo (su "Perfct days" di Wim Wenders)