La tua Parola non è una promessa

ma Vita che vive nella forza d'amore che vince.

Gesù, questa tua Parola, così famosa. 
Il tuo "programma di governo", la tua azione di Re, la promessa che si realizzerà nell'Amore Eterno che è Dio e Padre, Genitore.
Eppure no.
Mi ha sempre irritato, senza saper bene perché, la descrizione della tua vita e Parola come "utopia".
La tua Parola, cioè la tua vita, Gesù, sono due luoghi ben precisi, uno che rimanda all'altro. 

Sono la nostra intimità di umani - ovvero la nostra "coscienza infinita" raccolta nel cerchio di questo corpo di carne finito e in conclusione - e la Vita d'amore di Dio con tutte le vite che lo amano e "ne fanno parte". 
Il regno di Dio, il regno dei cieli di cui sei il Re, Sposo Signore, è la sempre migliore unione e unità di questi due luoghi. Uno anche nel tempo, l'altro solo nell'Eterno.
Se è così, Sposo Amico, provo ad ascoltarti con le mie orecchie da bambino.


Lc 6,17.20-26
"Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne.
Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».
".

«Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio». 
I "poveri", in greco Luca li chiama "ptokoi" (da cui l'italiano "pitocco") e sono i poveri in senso proprio, quelli che mendicano e chiedono aiuto.
Di loro è il regno di Dio.
I poveri sono, adesso e attualmente, "beati", cioè felici e allegri, perché sono in proprio, adesso, nelle loro esistenze pitocche, il «regno di Dio».
Tutta la realtà in cui viviamo viene rovesciata da te. 
Ci proponi una prospettiva totalmente altra rispetto al mondo in cui viviamo.
Attraverso di te e con te, Dio Eterno Amore Inconcluso, si contrappone al mondo e lo fa ben prima della tua morte, Gesù, lo fa con la scelta, libera, di mettere al Suo centro - al centro di Dio - tutti gli esclusi. 

In questo tuo discorso, Sposo, il capovolgimento è completo, e proprio a partire dal suo inizio, dalla notizia della centralità di chi ha nulla ed è nulla ma che si trova, subito, ad essere libero e forte di fronte e dentro al regno d'amore di Dio: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio».  


Il resto viene di conseguenza.
Messi al centro coloro che ti seguono, che ti vengono dietro e si nutrono della tua parola, la seconda parte del discorso è speculare alla prima. Così i ricchi sono esclusi perché hanno già ricevuto la loro consolazione e se ne sono dichiarati soddisfatti.
A chi ha già nel mondo, a chi è già qualcuno nel mondo,  nel regno di Dio vien tolto ciò che è stato ed ha avuto, s'è tenuto e non ha condiviso.
Ma non è solo questo rovesciamento al centro della tua Parola, Gesù; al suo cuore è proprio la lontananza dal mondo, il rifiuto della morte e della finitezza e quindi mettere al centro il modello della vita libera che Dio amore ci propone e ci chiama a fare.
Infatti parli anche di noi, di noi che ti seguiamo e pendiamo dalle tue labbra. In amore e per fare amore.
Gesù, uniamo i due pezzi (vv. 22-23 e 26) e ascoltiamoti, .
«Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.[...] Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

Viviamo nel mondo, ma non dobbiamo marciare con esso. Anzi. Dobbiamo liberare il mondo, quindi dobbiamo agire in amore contro di esso e le sue priorità e le sue scelte. Per le tue scelte, Gesù.
E la tua scelta è l'amore, l'infinito amore dell'Eterno Dio Creatore e Genitore che ti accompagna ed è con te in ogni momento della tua esistenza terrena.

Tu neghi il mondo perché affermi l'amore e lo vuoi vedere vincente e forte, contro ogni potere umano, fosse anche solo il potere della legge.
Perché l'amore è Dio, ed è sovrano del suo esistere, ed è libero di gioire e agire per il bene di chi ama, indipendentemente dalla Legge. 

Anche dalla legge del sabato, perché il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato.
La legge è stata fatta per la libertà di amare, e non la libertà di amare è stata fatta per la legge. 


Allora bisogna portare la spada di Dio, cioè l'amare, in ogni giorno e in ogni ora della nostra vita, per fare vincere nelle nostre esistenze la libertà con cui Dio ci ama. Sapendo che coloro che il mondo onora da vivi sono falsi profeti perché non cercano l'amore di Dio, gratuito dono e vita gratuita in amore. Ma cercano il potere di affermare la loro morte sulle vite di chi ama con l'amore di Dio.
Perché l'unica verità è questo amore di Dio che vive e fa nascere la vita nei nostro cuori
Un dono perché anche noi possiamo diventare dono.

ciao r







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