La forza dell'Amore e tutte le sue forme.


 Oggi il tuo vangelo ha un episodio esemplare.
Così esemplare che non so cosa succederebbe oggi se al papa o a un "profeta" succedesse una cosa di questo tipo.  Il tuo vangelo è talmente esemplare che questo episodio lo possiamo intitolare con un nome moderno, tipo:  "La puttana e il timorato di Dio".





Tu vai a mangiare da una persona per bene, da un "buon cristiano" ... sì, certo Gesù, non c'erano ancora i cristiani, allora. C'eri appena tu.
C'è Simone il fariseo che è, appunto, un fariseo.
Ma è - sopratutto - una persona per bene, un "onest'uomo", un uomo "timorato di Dio", una persona "legge e ordine" ma anche "carità ed elemosina".
Probabilmente è pure ricco e fa tutti i digiuni che deve fare. Insomma è proprio bravo.
Quindi è uno difficile da aiutare, uno a cui fare critiche è quasi impossibile.
Poi arriva lei... oh, insomma, Gesù, anche lei... tutta quella scena pubblica, quel baciarti i piedi, lavarteli con le lacrime e i baci, asciugarli con i suoi capelli lunghi - e solo le prostitute portano i capelli lunghi visibili in pubblico.
Le donne per bene hanno il velo, perché i capelli vanno nascosti, perché sono una tentazione per l'uomo, perché se una donna li fa vedere si stai proponendo e allora è una "donnaccia", una puttana. Appunto.




Credo che oggi succederebbe molto di più e molto di peggio del solo silenzio imbarazzato di Simone il fariseo e dei suoi pensieri sprezzanti su di lei, pensieri di un uomo giusto, timorato di Dio, molto per bene.

Ma tu ami le sfide, Gesù, e specialmente ami le sfide che ti arrivano dall'amore e dalle sue infinite forme e strade.
Così è per questo ami la testimonianza di quella donna e la usi non per salvare lei, che è già salvata dal suo amore, ma per salvare Simone.
Perché ti preme anche di Simone, il peccatore che si ritiene giusto e santo e che neppure sa l'abisso del suo male.

Ascoltiamoti.




Lc 2,36 - 8,3
"Uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo.
Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».
Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».
E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco».
Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».
In seguito egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni
".

 

 
Al  centro di tutto c'è lei.
Lei a cui nulla importa del pubblico di persone per bene e di rispettabili cittadini che la disprezzano, lei cui non interessa il giudizio degli altri, a cui non fa specie lo scandalo che i suoi atti e gesti provocano in qualcuno.
Lei vuole te e questo momento è l'unico in cui ti può raggiungere senza che venga respinta, che allontanata da te, e magari proprio dai tuoi amici innamorati di te, e molto prudenti.

Così lei va verso di te e ti ringrazia.
Non ha bisogno di altro se non dirti grazie nel modo in cui lei sa dirtelo, e così raccontarti il suo grazie nelle forme delle sue narrazioni.
Allora va da te e ti bacia e proprio peggio per chi si scandalizza. Chi si vuol scandalizzare dell'amore lo faccia pure, perde molto e nulla guadagna.
 

 
Ma nessuno di noi saprebbe che c'è lei al centro di tutto se non ci fossi tu che ce lo fai notare.
«Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco».
Quello che tu affermi è paradossale.
Non vale la pena osservare la legge, perché osservandola certo risparmiamo in perdono, ma solo perché stiamo risparmiando in amore.
La logica che tu proponi è amare molto, così da farci perdonare molto. Perché amando molto sicuramente sbaglieremo molto di più che se invece osserviamo rigidamente la legge. 
Quindi avremo molto bisogno di perdono. 
Ma lo sapremo, e sapremo come chiederlo, e cercheremo di non sbagliare più, sbagliando ancora. Perché chi ama sbaglia, quasi inevitabilmente, perché tutta la sua vita è coinvolta.

La fede di chi ama è quella di chi è capace di affidarsi, perché chi ama si affida. E affidandosi all'umano ci si sbaglia spesso, e altrettanto spesso - e forse di più - si subiscono gli errori di chi non ama, o di chi ama male, con troppo egoismo, con solitudine, con  tristezza.
Ma peggiore è la situazione di chi non ama e rispetta una legge che ha al suo centro un paradossale comando ad amare.
Perché la legge non salva e non offre perdono.
E il perdono è l'unica cosa che ci salva.





Questa è la fede di quella donna. Sapere che si può ringraziare per amore e per amore ci si può compromettere. Perché siamo capaci di amare e di donarci all'amore.

Ma anche fede per ringraziare, per essere grati della vita e della presenza di persone - di una persona, di te, Gesù - che si è occupata di te, e ci mette nella vita.
Ma non è che tu, Gesù, riconosci la dignità di quella donna.
Non è questo, non è così.
Tu sei grato a lei per il suo amore grato. 

E la ringrazi del suo ringraziamento mettendola al di sopra della tavolata di maschi per bene, di buona tradizione, timorati di Dio e obbedienti alla legge che neppure ti hanno dato un bacio quando sei arrivato. 
La perdoni, le fai capire che il suo amore è molto più bello e più importante di qualsiasi errore lei possa aver fatto. Perché ha molto amato.
E l'amore è la sola cosa che D**, eterno amante, sa di noi. La sola cosa che di noi capisce.

L'altro tuo nome, Gesù, quello eterno. 
Amore, amore mio.

ciao r





 

Commenti

Post popolari in questo blog

AVVISO importante ALLE LETTRICI E AI LETTORI

La vita, Gesù,

Adesso è il tempo (su "Perfct days" di Wim Wenders)