La tua Parola all'Amore.

A chi va la tua Parola, Gesù?
Chi accoglie il dono della tua Parola?
Chi viene escluso della tua Parola?
Perché la tua Parola è soltanto amore? e che cosa significa?




 Ascoltiamoti.




 Lc 4,21-30
"Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino
".

 


 
La tua Parola è soltanto amore. Ma l'amore non si prende, non si afferra, non si vince alla lotteria o in una battaglia.
L'amore si trova, in se stesse e nelle altre - e così nello stesso gesto, nella stessa disposizione del corpo e del cuore, nella stessa ricerca di occhi e mani.
L'amore si costruisce nell'audacia delle proprie cosa da fare - come per una vedova a Sareptà di Sidone usare il poco cibo rimasto per D** che te lo chiede, e te lo chiede perché ha fame, e tu fai il pane e sai che non avrai altro; ed hai cibo che ti salva perché il tuo cibo non si esaurisce.
Come un superbo capo d'armata umiliato dalla lebbra. il quale neppure è ricevuto dall'Uomo di Dio in Israele, ma da cui riceve tramite un un servo un ordine ridicolo nella sua banalità: "lavati e sarai guarito"; obbedisce ed è guarito.
Perché nella sinagoga di Nazareth non sei accolto? che cos'è l'amore.




Paolo, Saul di Tarso che tu chiami Paolo, l'ha vissuto ed ha saputo descriverlo (1Cor 12,31-13,13):
"Desiderate intensamente i carismi più grandi. E allora, vi mostro la via più sublime.
Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi l'amore, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita.
E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi l'amore, sarei nulla.
E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo, per averne vanto, ma non avessi l'amore, a nulla mi servirebbe.
L'amore è magnanime, benevolo è l'amore; non è invidioso, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
L'amore non avrà mai fine. 

Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà. Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino.
Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto. Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e l'amore. Ma la più grande di tutte è l'amore!
".

 


 Ecco, è semplice.
A Nazareth sono invidiosi. Ti hanno visto da bambino e pensano di conoscerti, di controllarti. Si dicono l'un l'altro che tu sei quello lì ... il figlio di Myriam, del falegname, il fratello di ..., tu non puoi dare nulla di straordinario, o di ordinario, a loro. Loro ti conoscono.
L'amore non è mai invidioso, accoglie sempre.
Ma se non c'è amore c'è tutto quello che non è amore e nasce dall'invidia e dalla paura.

C'è l'odio e l'odio uccide, sempre. E l'odio si nasconde, spesso, tra le vesti umili e quiete - e appassionate! - dell'amore.





Allora ciò che distingue è la fiducia e l'audacia. Solo l'amore ha l'audacia del dono di sé a partire dal dono del corpo e nei travolgenti giochi che le nostre mani e i nostri occhi e i nostri baci conoscono. Ma che continuano dall'unione sessuale all'unione del cibo. Non si dà "qualcosa": o si da tutto o si dà niente. Per questo l'amore è speranza e l'unica forma vivente della speranza è l'amore.
Questo, Gesù sposo, sei tu e questo ci racconta Luca in modo splendido proprio alla fine del brano: "Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino"; l'amore ci passa in mezzo e ci attraversa e non può essere fermato, mai.
Perché D**, l'eterno vivente presente e attivo, è soltanto amore. E con D** ogni più piccola e grande parte di tutti questi multiversi in cui viviamo.

ciao r

















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