Mandare, farci mandare ...

... essere mandati.





Teniamo a mente due frasi.
La prima è dalla prima lettura, il profeta Amos, e ne è la parte centrale.

«Non ero profeta né figlio di profeta;
ero un mandriano e coltivavo piante di sicomòro.
Il Signore mi prese,
mi chiamò mentre seguivo il gregge.
Il Signore mi disse:
Va’, profetizza al mio popolo Israele».

La seconda è dalla bellissima lettera di Paolo agli efesini:

"In Cristo ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi
mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d’amore della sua volontà".

e adesso possiamo prendere in mano il Vangelo e leggerlo, in un poco, almeno, di tutta la sua serietà ... e allegria.




"Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano".




Ho sempre trovato questo brano allegro.
Si tratta di andare leggeri. E, andando andando, di guarire chi è malato e "scacciare spiriti impuri", tipo guarire dalle droghe, aiutare contro la depressione, curare la malinconia, prevenire gli eccessi, mettere chiunque, cioè, in allegria.
E per far questo servono due sandali e una tunica.
Credo ragionevole che Gesù conceda anche un mantello (o un paletot ... vi ricordate?) per i momenti freddi.
Poi andare, via... andate andate e liberate dai demoni.
Facile, no?
Oltretutto da fare in allegria e leggerezza.
Infatti, se proprio non ci vogliono, ce ne andiamo, e uscendo scuotiamo la loro polvere dai nostri calzari.
A testimonianza contro di loro.
Mi pare che occorra essere essere del tutto privi di ogni scetticismo e di ogni fanatismo per dare retta a un brano come questo.
Bisogna essere ragionevoli.
Anche perché si va a due a due. E se vi capito io?
E se vi capitava Giuda Iscariota? anche se ancora non sapevate che era quello che l'avrebbe tradito.
Insomma.
Tutta una faccenda ben strana. Eppure allegra.




Andate in una casa, vedete se vi accoglie e vivete a spese di quella casa, mangiando quel che vi mettono davanti... se finite in una casa di vegani mangiate vegano con gusto, se finite in una casa di carnivori mangiate carne con altrettanto gusto ... certo, non ci state trent'anni, è una cosa di due o tre giorni, ma in quella casa dove vi accolgono voi accogliete chi vi accoglie.
Lo scambio della pace è radicale.
Vi danno pace cibo letto riparo e voi date pace gioia salute e allegria.
Ma sopratutto dovete dire a tutti, e a voi stessi in primo luogo, che bisogna girarsi nella vita, bisogna girare la propria vita in un modo diverso da quello in cui siamo girati adesso.
Bisogna cambiare punto di vista, occorre cambiare occhi e sguardi.
Bisogna vederci, tra di noi, come ci vede D**.
Cioè, meritevoli di ogni attenzione e di ogni amore.
Anche se siamo antipatici e non vogliamo cambiare nulla perché siamo soddisfatti di noi stessi, e però siamo affascinati, presi, da quel che voi dite.
Se non vi cacciamo via, siamo meritevoli di attenzione, della stessa attenzione della presenza di D** tra di noi.




Lasciamo stare che cosa abbiamo fatto fino ad ora. Come Chiesa di Cristo, intendo.

Siamo pieni di storia, le nostre storie di "cristiani" sono troppo pieni delle nostre storie troppo umane, e sono sempre storie uguali.
Ci siamo portati dietro oro argento e denaro.
Ci siamo portati dietro armi di ogni genere.
Ci siamo portati dietro ogni tipo di inganni.
Ci siamo portati dentro e dietro la morte, nelle sue vesti più tristi e furibonde.
E non ci siamo portati dietro la parola di Gesù nei vari linguaggi della terra.
Per dire: se in una lingua la parola "agnello" manca completamente, o ha significati ridicoli e strani, noi cosa facciamo?
La imponiamo con la violenza?
Se siamo nella accoglienza che dice Gesù ... Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì ... ovviamente nella pace e nella allegria di stare insieme, perché accogliete come siete accolti, se siamo qui, come usiamo le parole che sono "D** tra di noi" e vanno trasmesse in modo che siano del tutto capite?
Con accoglienza?
Sì, e quindi con pace, la pace vera che viene da Gesù.
Allora in quella lingua non diremo "Agnello di Dio", ma troveremo un'altra espressione.




L'amore di D** si incarna e chiede di essere tradotto.
Qui cè il collegamento con i due brani delle due altre letture.

Paolo scrive agli efesini ...

"In Cristo ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi
mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d’amore della sua volontà".

Cioè la volontà di D**, su ciascuna e ciascuno di noi, è oltre ogni tempo e spazio inimmaginabile, quindi è "costitutiva" di D**, per quanto ciò possa apparire ridicolo e folle, blasfemo.
Noi siamo portatori di un amore che non conosce limite, se non se stesso e le nostre volontà, i nostri corpi liberi nell'incontrare questo amore incarnato in vicende umane, quelle che ci riguardano.




Insieme a questo dobbiamo renderci conto cha anche D** è libero e che. quindi, siamo tutte e tutti, ciascuna / ciascuno di noi, nella stessa condizione di Amos, il profeta a cui vien detto "vattene via di qui perché ci dai fastidio" e che risponde così ...

«Non ero profeta né figlio di profeta;
ero un mandriano e coltivavo piante di sicomòro.
Il Signore mi prese,
mi chiamò mentre seguivo il gregge.
Il Signore mi disse:
Va’, profetizza al mio popolo Israele».

D** sceglie e ha gli strumenti per farsi obbedire, in qualche modo e prima o poi.
E senza forzare minimamente la nostra volontà, soltanto mettendoci davanti a scelte sempre più strette e difficili.
Così, alla fine di tutte le curve, le vie di fuga, i viavai, i girovagare, i carnevali, gli inganni, trovo D** pronta (pronto?) e sorridente.
In paziente attesa di me, e in allegria.

ciao r




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