In un luogo deserto...





... a riposare, naturalmente. E, naturalmente, non è possibile perché chi ti segue sa dove state andando prima che ci andiate. Così sei sempre in mezzo alle persone, in mezzo a chi vive normalmente e, oggi, ha qualcuno da seguire che lo affascina sempre di più.
Tu li guardi, ci guardi, e ci vedi come siamo "pecore senza pastore".




Ma che cosa significa, Gesù, questa espressione che descrive un tuo sentimento? che cosa indica, davvero, questa metafora cui siamo così troppo abituati?

Ascoltiamo i tuoi racconti.




Mc 6,30-34
"Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. 
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. 
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose".




La tua compassione, Gesù, innanzitutto è un sentimento femminile e materno. 
È ciò che prova la donna incinta quando sente la creatura che ha in grembo muoversi dentro di lei, e la sente indifesa, sola nel mondo, abbandonata da tutti ma non da lei che le sta dando la vita nel mentre che la riceve.
Un sentimento complesso e totale. Una responsabilità e una gioia, al tempo stesso.





Il verbo greco è "esplanxnisthe", che nella versione inglese di una studiosa della Bibbia viene tradotto con  he felt for them in the pit of his stomach”  ovvero con "egli sentiva per loro nell'abisso del suo stomaco, del suo ventre".
Non è pietà, è amore nella sua forma più profonda. Amore inevitabile.

Ma perchè "pecore senza pastore"?
Perché è la forma culturale maschile più vicina a questo amore femminile.
Non abbiamo più idea della "vita del pastore", specie di quel pastore che è transumante stagionale.

Non ce l'ho neppure io, quindi non insisto con alcun lirismo.
Ma il pastore in epoca premoderna dedica - letteralmente - tutta la sua vita alle pecore e passa con loro gran parte del suo tempo di vita. E si interessa alle pecore una a una, perché da esse dipende la sua vita, quella della sua famiglia, quella del suo villaggio.
La sua cura delle pecore è una attività totale, che pre/vede sentimenti altrettanto totali.
Quindi in te, Gesù, c'è un interesse profondo verso chi, senza questo amore, è perduto, non nasce più, diventa un aborto o un mostro di vita. Tu ci ami perché solo nel tuo amore siamo vivi. Invece senza di te siamo 
un danno, demoni e divisori.
Ecco, Gesù, tu ci insegni molte cose.
Ma è significativo che moltissime di queste cose che tu insegnavi, e con autorità non come un intellettuale qualsiasi, non ci sono state trasmesse dai tuoi evangelisti
Perché? non ne abbiamo bisogno pure noi? o per noi tu, Gesù mio, non senti quell'amore abissale che ti turbava fin nel profondo delle tue viscere?




Ma il tuo insegnamento sei tu.
Tu sei la strada per sentire anche noi "esplanxnisthe" verso chi soffre ed è ferito dalla vita e da altri umani. 
Solo attraverso di te possiamo essere quel femminile che ama fino nel profondo abisso delle sue viscere chi è vivente e inerme.
Solo con te, in te e attraverso di te possiamo amare con tenerezza, con la tenerezza della carne che ci muove fin nei nostri abissi più fondi.

ciao r






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