Le tentazioni di Dio

Quali sono le tue tentazioni, mio Signore, Eterno Bene, immensa Vita, Vie femminili alle vite?
Perché anche tu hai avuto tentazioni?
Perché ti sei sottoposto all'insulto del tentatore? Di colui che divide e che non poteva dividerti, te da te e da noi.

Ascoltiamo.




"In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». 
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato". (Lc 4,1-13) 




Tu hai fame, mio Re, dopo quaranta giorni, noi abbiamo fame prima ancora di avere fame. Chi si propone di dividerti ti dice che puoi trasformare le pietre in pane. Tu rispondi con la più antica affermazione di Dio all'umano. L'avvertenza che noi non viviamo di solo pane, ma di tutte le parole di Dio. Così è giusto.
Ma perché allora non lo facciamo? perché invece trasformiamo le pietre in pane?
Spiegaci perché tutte le morte pietre delle nostre iniquità e dei nostri delitti, le trasformiamo in pane:
la violenza brutale e ordinaria di un uomo sulla donna compagna della sua vita, diventa "pane quotidiano", il pane di cui lei, la vittima, ed i suoi figli, vittime anch'essi mentre diventano carnefici, si cibano, il loro nutrimento migliore che li fa diventare succubi del divisore e, frantumati come sono al loro interno, solo capaci di frantumare.




Tu sei totalmente privo di potere, ma sai - nel tuo intimo - che cos'è la realtà di ogni potenza (Dio Madre e Padre, Dio fecondità di ogni vita, Dio libertà di ogni pensare, Dio potenza di tutte le schiere dei cieli e degli universi infiniti di Dio Tutta la Vita, Dio Umiltà dei mestieri di Dio).
A questo sapere si rivolge il divisore?
No. Non aveva capito chi sei, altrimenti non ti avrebbe tentato così. Questa tentazione tu l'hai disprezzata, perché "Il Signore, Dio tuo, adorerai; a lui solo renderai culto" e allora non c'è potenza nei cieli ed in tutte le dimensioni dell'esistente che valga l'adorazione, cioè l'amore coinvolto e profondo, a Dio Vita vivente.
Ma noi siamo caduti in questa tentazione e pensiamo che se adoriamo un poco il divisore allora con tutti i regni del mondo e tutta la loro gloria noi possiamo "fare del bene".
Come fosse possibile cacciare il divisore dopo che l'abbiamo nominato grande ministro di tutti i nostri regni e così lui si è rivelato il  vero padrone degli stessi.
Tuttavia ancora "facciamo politica" proprio così: usiamo le armi dei satana, dicendo che le stiamo adoperando contro satana, il guerriero che spara e uccide nel momento stesso in cui noi diciamo le nostre menzogne. Così è oggi in tutto il mondo ed in tutti i poteri del mondo, come ci ha ricordato con chiarezza il tuo servo e amico Benedetto XVI con le sue dimissioni.




La terza tentazione è forse l'unica vicina alla tua libertà di Dio.
La tentazione di farci vedere come la tua infinita potenza non ha alcun limite umano e naturale.
Ma invece è solo nastra che ancora te la ripetiamo sempre perché sempre, ancora, ti gridiamo: "Se sei Dio, o amico di Dio, scendi dalla croce e noi ti crederemo".
Ma tu non fai così.
Tu preferisci le vittorie di fratel Charles de Foucault a Tamanrasset, di suor Doroty Stang nella foresta amazzonica, tu scegli le sconfitte delle donne violentate alle vittorie dei maschi violentatori, tu ami chi cerca l'amore, cercato nei poveri mezzi umani in qualsiasi affetto altro da noi o apparentemente simile a noi, e sono tutti affetti per l'altro, sono tutti amori diversi, non c'è mai amore per il simile; così tu non scegli chi si crede giusto e giudica con leggi e diritti costruiti sopra e contro i corpi e le vite di persone diverse da questo giudice, e cioè persone normali di norme diverse (?) dalle sue.
Tu ami le sconfitte di Giuseppe Siri, quelle di cui diventa fecondo il tuo cuore per nutrirci del tuo amore.
Tu ami la samaritana al pozzo, a cui offri senso e vita senza giudicare la sua vita, solo mettendo in luce la sua solitudine. E, quindi, offrendole quell'amore docile e quella forza umile che ci cambiano, e cambiano il mondo e donano la gioia della vita.




Signore Gesù, tenero Sposo, dolce Amico, forse l'unica tentazione di Dio è quella di amarci troppo e di dare troppo di se stesso a noi, che non ti amiamo come tu ci ami. Una tentazione che comunque ci hai trasmesso e che le donne, sopratutto, praticano nella quotidianità delle loro vite, ma pure gli uomini, talvolta se guidati da te.

Signore Gesù, donaci la tua potenza d'amare in umiltà e dono di sé.

Dona a tutti e tutte noi, la semplicità e il silenzio che sono tuoi e, da te e per tua preferenza, di tantissime donne.
Tue.

ciao r






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