La tua Chiara

11 agosto ... 2012




Sono ottocento anni, mio Re, che ti sei preso Chiara; diciottenne, vergine, molto bella, di nobile e rissosa famiglia. Te la sei presa per farne tua Sposa, orto del Signore e tralcio fecondo di molti e molti grappoli d'una uva assai buona e dolce.
Anche per questo, ma proprio e specialmente per la resa a te che Chiara testimonia in tutta la sua vita, amo assai questa piccola santa, dolce e piena di tutta la tua santa ostinazione e del tuo coraggio a vivere come tu vuoi per lei.
Così piena di abbandono obbediente al tuo amore ed all'Amore impossibile ed inconoscibile di Dio, il Signore, il Potente.
Questa poesia nasce da questo, e dal confronto con alcune scene di questo mondo e dei suoi idoli, tutti fanatici e cattivi. Tu sai a cosa mi riferisco e sai che ti affido tutto in preghiera.
Per loro e per tutto il numeroso resto, di poveri, orfani, deboli, vedove, donne, bambine e bambini, derelitti, scavati e rotti nei corpi e nei cuori dal delitto di chi è potente in questo mondo ed è per questo pressoché nulla davanti a Dio, per tutti loro questo mio piccolo canto.
Di cui ti ringrazio, mio Re Sposo, per la bellezza che ci hai lasciato dentro e di chiedo scusa per il tanto di fango e terra che ci ho messo io.
ciao
r





11 agosto


Esposta al vento, al sole
consumata come una roccia di rose, uno scoglio di sale;
lasciata 
allo sgocciolio del Suo Amore
con cui t'ha scavata, Lui,
fino all'orlo, 
oltre ogni orlo fino al tuo ventre, lì,
dove s'aggrappano, fervide, anima e spirito, e la carne,
la tua carne li sostiene insieme nel tuo essere: 
madre.

E madre sei stata
nella tua verginità piena
che non è dubbio al tuo Dio
farti madre
di tante figlie e figli
restando vergine, come Lui
Potente Vergine Signore
Autore d'ogni smarrito amore.

E m'avanza il tuo nome
ogni giorno 
e mi cresce
come un'affezione di bimbo,
una carezza di fanciulla,
il tuo nome
sgorgante dal folto delle pietre delle tue rocche scure
dei tuoi castelli pirata,
come una cascata nell'abisso
risonante sempre 
(ancora?) 
di quell'Abisso che t'ama 
e ti chiama:
Chiara.






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