Preghiera a Gesù bambino per chi soffre l'ergastolo

Mio Re,
sei ancora piccolo e, nella liturgia di oggi, vieni preservato dalla strage di altri bambini, piccoli come te, che Erode il grande, politico e re umano di quando sei nato, provoca per paura di un re di Israele diverso da lui.
Mio piccolo Amico, ancora siamo a quel punto lì ed ancora abbiamo bisogno di provocare e causare ingiustizie, dolori e iniquità, e di provocarle e causarle nel corpo vivo delle persone, perché abbiamo paura di qualcosa di piccolo e di innocente che cresce attorno a noi.
Una di queste nostre paure si chiama "ergastolo".
Si tratta di uccidere una persona senza levargli la vita ma lasciandogliela come un lunga fatica di morte.
È una pena inumana, ed è una pena inumana che offende il grido di Dio: "Signore gli disse: «Ebbene, chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!».
In Italia abbiamo questa pena.
Qui sotto, mio Re bambino, ti ho messo una lettera per il Papa.
L'hanno scritta degli ergastolani e l'hanno portata avanti dei tuoi ministri e delle tue amiche ed amici.
Amore piccolo e santo, te l'affido.
Chiederti di fare il postino può sembrare poco, ma tu sai che è un compito d'amore quello che ti chiedo e tu sei la bellezza e la perfezione dei compiti d'amore.
Per questo ti affido questa lettera senza preoccupazioni.
So che saprai recapitarla nel modo giusto e nelle forme giuste all'Ultimo dei tuoi servi qui, nella terra umana.



Ti amo


ciao
r




http://www.apg23.org/ambiti-dintervento/carcere/lettera-aperta-degli-ergastolani-al-papa-benedetto-xvi


Lettera aperta degli ergastolani al Papa Benedetto XVI

Il Cardinale Sepe ha affermato che: “Nessuno uomo è condannato a vita e che tutti devono avere la possibilità di redimersi”.
L’Arcivescovo emerito di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, autore di un appello contro l’ergastolo ha dichiarato: “Toglie la speranza e non rieduca”. 

“Amore è credere nell'altro e dargli fiducia”
(dal quaderno di un angelo) 
Don Oreste Benzi, Fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII ha sempre appoggiato il superamento dell’ergastolo e qualche giorno prima della sua morte, alle Settimane Sociali del 2007 ha detto: "Adesso inizia lo sciopero della fame a Spoleto, nel supercarcere, per l’abolizione dell’ergastolo. Hanno ragione. Che senso ha dire che le carceri sono uno spazio dove si recupera la persona se è scritta la data di entrata e la data di uscita mai? È una contraddizione in termini. Perché non devono aver il diritto di dare prova che sono cambiati? Non è giusto questo."
Ora la Comunità Papa Giovanni XXIII, guidata dal successore di Don Oreste Benzi,  Giovanni Paolo Ramonda, si unisce a noi in questo appello:
Santo Padre, siamo degli ergastolani, dei condannati a essere colpevoli e  prigionieri per sempre,  ergastolani con l’ergastolo ostativo ad ogni beneficio. Santo Padre, molti di noi sono in carcere da 20, 30 anni, altri di  più, senza mai essere usciti un solo giorno, senza mai un giorno di permesso con la propria famiglia.  Molti di noi sono entrati da ragazzi adolescenti e ora sono quarantenni destinati ad invecchiare in carcere, altri erano giovani padri  e ora sono nonni con i capelli bianchi.   
Santo Padre, noi e la Comunità Papa Giovanni XXIII, Le vogliamo dire che la pena dell’ergastolo è una pena che si sconta senza vita; che avere l’ergastolo è come essere morti, ma sentirsi vivi; che la pena dell’ergastolo è una pena del diavolo perché ti ammazza lasciandoti vivo; che la pena dell’ergastolo tradisce la vita; che subire la condanna dell’ergastolo è come perdere la vita prima ancora di morire; che la pena dell’ergastolo ti mangia l’amore, il cuore, e a volte anche l’anima; che la vita senza promessa di libertà non potrà mai essere una vita.
Santo Padre a cosa serve e a chi serve il carcere a vita? Si diventa non viventi. A che serve vendicarsi in questo modo? Non vediamo giustizia nella pena dell’ergastolo, ma solo una grande ingiustizia perché si reagisce al male con altro male aumentando il male complessivo. Una società giusta non dovrebbe avere né la pena di morte, né la pena dell’ergastolo. Non è giustizia far soffrire e togliere la speranza per sempre per riparare al male che ha fatto una persona. Il male dovrebbe essere sconfitto con il bene e non con altro male. Il riscatto umano non è possibile con una pena che non potrà mai finire. La nostra vita è di una inutilità totale, è aberrazione, sofferenza infinita. L’ergastolo è una pena che rende il nostro presente uguale al passato, un passato che schiaccia il presente e toglie speranza al futuro.
Santo Padre, 310 ergastolani tempo fa si sono rivolti al Presidente della Repubblica dicendogli di preferire la morte al carcere a vita.
Nell’anno 2007 un migliaio di ergastolani, sostenuti da 10.000 persone fra amici e parenti, hanno fatto lo sciopero della fame ad oltranza per l’abolizione dell’ergastolo.
Nell’anno 2008 quasi ottocento ergastolani hanno inoltrato un ricorso alla Corte europea per chiedere l’abolizione dell’ergastolo perché in Europa solo in Italia esiste l’ergastolo ostativo.
Sempre nell’anno 2008 un migliaio di ergastolani hanno fatto uno sciopero della fame a staffetta per l’abolizione dell’ergastolo.
Santo Padre, i mass media dicono che l’ergastolo in realtà non esiste, ma allora, se non esiste, perché non lo tolgono?
Vogliamo scontare la nostra pena, ma chiediamo una speranza, una sola, chiediamo un fine pena certo.
Santo Padre ci sentiamo abbandonati da tutti, dagli uomini, dalla Chiesa e a volte persino da Dio, perché non si può essere contro la guerra, contro l’eutanasia, contro l’aborto e non essere contro la pena dell’ergastolo.
Santo Padre, non abbiamo voce: ci dia la Sua per fare sapere che in Italia esiste l’ergastolo ostativo, una pena disumana che non avrà mai termine.

Sicuri di sentire la sua voce, grazie!
Gli ergastolani in lotta per la vita e la Comunità Papa Giovanni XXIII 
Dicembre 2009

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