6 dicembre 2011, secondo martedì di Avvento

Lasciarti costruire la pazienza.




Tra ieri ed oggi ci sono state passaggi della tua parola molto importanti per capire come dobbiamo "far tacere" il mondo e "tacere" noi, proprio per non aumentare tutto il fracasso del mondo.
Ieri, lunedì 5 dicembre 2011:
"Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?». 
Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire «Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio»." 
Oggi, martedì 6 dicembre 2011:
«Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».


Ecco, qui nelle tue parole siamo in un'attesa che cambia tutto, con pazienza ed amore.
Tu vieni a cercarci senza chiederci niente in cambio. 
Tu ci guardi con tenerezza e ci fai domande imbarazzanti («Che cosa è più facile ...» ... e mica lo sappiamo che cos'è più facile, mio Re; anzi tendiamo a fare le cose semplici sempre più difficili ed in modo che appaia molto bravo "colui che le risolve", e comunque siamo abili a giostrarle sempre così da farle apparire straordinariamente complesse .. . infatti non vogliamo far vedere o capire che è possibile "perdonare i peccati", non ci piace accettare la realtà del fatto che "i peccati ti sono rimessi" è la frase più bella di tutto l'esistente ed in ogni sua dimensione. Perché Dio sorride e fa gran festa, ogni volta che può perdonare).


Per questo ho scelte queste fotografie, di ieri ed oggi.












Perché c'è una luce di attesa tranquilla, vedo un ascolto paziente, che conosce ed aspetta senza chiedere "tutto e subito", senza urlare sempre "contro", ma reclamando attenzione con forza dolce e quieta. 
Con umiltà e con serenità.
Perché dobbiamo lasciare che la vita ci corra dentro.
La vita e cioè tu, mio Re giusto e buono. 
Dobbiamo lasciarti correre dentro di noi.
Mettendoci pazientemente in attesa di quel che succede, ed anche dei nostri orrori e delle nostre tragedie, quindi, e cercando di contrastarle con semplicità, con forza dolce e quieta, ma senza chiedere "giustizia" subito. 
Soltanto affidando tutto a Colui che, solo Lui, giudica con giustizia e misericordia.
Il Padre, il Babbo, il Signore Dio, Uno e Trino.


Amore Grande che ci desidera.




ciao
r


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