5 agosto 2011, venerdì della XVIII settimana del tempo ordinario

"In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. 
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? 
Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni. 
In verità io vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto venire il Figlio dell’uomo con il suo regno»." (Mt 5,10) 
















«Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà».






Come si fa. mio Re, a perdere la propria vita a causa tua?
Come è possibile a noi, qui, nelle reti fragile e cattive della nostra quotidianità?
Dove troviamo, qui e tra noi, ora, la nostra croce quotidiana che dobbiamo prendere (senza lasciarla ad altre persone) per caricarcela addosso e seguirti?
Come facciamo a sapere, nella nostra carne e nel nostro corpo, che "seguirti" è uguale a "perdere la propria vita"?
Come faccio, amico mio, a perdere la mia vita in te? 
Mio unico amore.


ciao
r

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