02 marzo 2011, mercoledì della 8° settimana del Tempo ordinario (anno dispari)

"In quel tempo, mentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti ai discepoli ed essi erano sgomenti; coloro che lo seguivano erano impauriti.
Presi di nuovo in disparte i Dodici, si mise a dire loro quello che stava per accadergli: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà».
Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti»." (Mc 10,32-45)










«Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?»



Sì, Sposo, lo desideriamo e lo possiamo.
Ma il punto è che lo desideriamo molto più di quanto lo possiamo ed allora ci lanciamo in quello che possiamo fare, per esempio costruendo architetture e mettendo una sull'altra pietre, che sono morte e vorrebbero chiamare te, la vita.
Quasi sempre immergiamo queste nostre pietre nella vita, per confonderle con le nostre piccole vite e per difenderle tutti i giorni, per offrire a loro un appoggio, un momento di quiete dentro l'Amore di Dio.
Un momento di vita piena e vivace insieme a te, Re Sposo.
Talvolta ci lanciamo in cose da ricchi, per far vedere quanto siamo bravi, più spesso riusciamo a restare silenziosi e ci mettiamo a servire tutti, in semplicità, e qualcuno riusciamo a servirlo.
Ma sempre, ogni giorno ed ogni istante di ogni giorno, abbiamo bisogno di te e della tua amicizia amorosa, per bere il tuo calice, spezzare il tuo pane, essere il tuo battesimo.

ciao
r

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