6 febbraio 2011, 5° domenica del tempo ordinario (anno dispari)

"In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli»." (Mt 5,13-16)











«Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.»


Ecco. La fede che ci doni è "essere". La sapienza che ci doni è "fare".
Il tuo messaggio è di una semplicità assoluta, per questo siamo sempre qui ad interpretarlo.
Dobbiamo amare in fatti ed in parole; con i gesti con le mani con i corpi e con le parole dobbiamo amare tutti, anche e sopratutto quelli che detestiamo.
Senza fermare il malvagio, ma sempre fermando il male, e innanzitutto fermandolo e bruciandolo dentro di noi.
Dobbiamo amare tutte e tutti, la vita in ogni sua espressione, con la gioia e la felicità ed il piacere (ed innanzitutto il piacere fisico) più pieno e completo, perché nulla è più bello di amare e perché il nostro scopo nella vita è amare. Perché il corpo che siamo è stato costruito e pensato e sperato e desiderato da te, nostro Creatore, solo per renderci capaci di amare. E si ama solo quando si ama innanzitutto fisicamente.
Mettendo in gioco i nostri corpi nell'amore.
Ecco perché dentro la tua fede "essere e fare" non possiamo pensarci come specchi che riflettono la luce, superfici di acciaio e vetro inerti e morte, che riflettono la luce per mostrare una bellezza che non appartiene a loro.
Questo è la morte della tua bella notizia, che però non può morire: quindi è la nostra morte.
Dobbiamo essere come fiori da scarpata che crescono umili e spudorati, ovunque ci sia un grammo d'acqua e poche tracce di sole. Ovunque sia possibile fare vita della vita, con gioia e piacere.
Dobbiamo essere come un porticato antico, dove le ombre servono, dove il buio è utile. A dare corpo e vita alla luce.


ciao
r

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